Festa di Sant'Agata

Tre giorni di culto, di devozione e di folclore che non hanno riscontro nel mondo.


Soltanto la Settimana Santa di Siviglia in Spagna e la festa del Corpus Domini a Guzco in Perù possono paragonarsi, quanto a popolarità, ai festeggiamenti agatini, da cinque secoli sempre uguali. 
Per tre giorni la gente sciama nelle vie e nelle piazze. Devoti o curiosi si contano a centinaia e centinaia di migliaia, anche    sino a un milione. Sono tre giorni di solennità, ma due in particolare, quando Sant'Agata il 4 e il 5      febbraio  nel suo argenteo fercolo "a vara" va tra la sua gente, attraversa i quartieri popolari e quelli alti. Sono tanti i momenti emozionanti: l'offerta e la sfilata dei ceri dei devoti, la sfilata delle               "candelore", la messa  vespertina alle 6 del mattino dove la Santa esce dopo un anno dai sotterranei    per essere rivista dai  fedeli, le sfilate delle carrozze trainate dai cavalli, fuochi danzanti sulle note delle      musiche più classiche e tanto altro ancora.   Il 4 febbraio è il giorno più emozionante, perché segna il primo incontro della città con la santa Patrona. Già dalle prime ore dell’alba le strade della città si popolano di cittadini, i devoti che indossano il tradizionale sacco (un camice votivo di tela bianca lungo fino alla caviglia e stretto in vita da un cordoncino), un berretto di velluto nero, guanti bianchi e sventolano un fazzoletto anch’esso bianco stirato a fitte pieghe. Rappresenta l’abbigliamento notturno che i catanesi indossavano quando, nel lontano 1126, corsero incontro alle reliquie che Gisliberto e Goselmo riportarono da Costantinopoli. Ma l’originario camice da notte, nei secoli, si è arricchito anche del significato di veste penitenziale: secondo alcuni l’abito di tela bianca è la rivisitazione di una veste liturgica, il berretto nero ricorderebbe la cenere di cui si cospargevano il capo i penitenti e il cordoncino in vita rappresenterebbe il cilicio. Tre differenti chiavi, ognuna custodita da una persona diversa, sono necessarie per aprire il cancello di ferro che protegge le reliquie in cattedrale: una la custodisce il tesoriere, la seconda il cerimoniere, la terza il priore del capitolo della cattedrale. Quando la terza chiave toglie l’ultima mandata al cancello della cameretta in cui è custodito il Busto e il sacello viene aperto, il viso sorridente e sereno di sant’Agata si affaccia dalla cameretta nel crescente tripudio dei fedeli impazienti di rivederla. Luccicante di oro e di gemme preziose, il busto di sant’Agata viene issato sul fercolo d’argento rinascimentale, foderato di velluto rosso, il colore del sangue del martirio, ma anche il colore dei re. Prima di lasciare la cattedrale per la tradizionale processione lungo le vie della città, Catania dà il benvenuto alla sua patrona con la solenne Messa dell'Aurora, celebrata da S.E. Mons. Arcivescovo. Tra i fragori degli spari a festa, il fercolo viene caricato del prezioso scrigno con le reliquie e portato in processione per la città.     

Sicilyet fornisce

 Prezzo fisso

 Preventivo personalizzato

 Accordi individuali

 Servizio 24h/24h

Cancellazione gratuita 24h prima

Misure di prevenzione contro il Covid